Sempre più spesso sentiamo parlare di antiossidanti, ma cosa sono? E come funzionano?
Sono sostanze che prevengono l’ossidazione di altre, chelando i metalli di transizione e proteggendo le cellule dai radicali liberi. Dal punto di vista chimico sono quindi agenti riducenti che vengono ossidati.
Qual è il più potente antiossidante a livello epatico? Sicuramente il glutatione! È naturalmente prodotto dal fegato ed è presente in forma ubiquitaria in tutte le cellule del nostro organismo, ma lo troviamo anche in frutta, verdura e carne. È un tripeptide, formato da cisteina e glicina, legate da legame peptidico, e glutammmato legato alla cisteina da un legame isopeptidico, sintetizzato in presenza di vitamina B6, B12 e acido folico.
Questa sua particolare struttura chimica gli permette di ossidarsi, ridursi e autorigenerarsi e svolgere così l’azione di antiossidante intracellulare, agendo nel citoplasma per proteggere la cellula e le sue strutture. Svolge quindi un’azione benefica contro l’invecchiamento cellulare.
Il glutatione è utilizzato a livello epatico come antidoto via endovena nell’intossicazione da paracetamolo e come tampone nell’avvelenamento da metalli pesanti. È utile anche in patologie neurodegenerative e oculari.
Nei fumatori e nei bevitori viene utilizzato come antiaging cutaneo.
Stress, fumo, alcolici, carico epatico, inquinamento, radiazioni incidono negativamente sulla concentrazione endogena di glutatione, causando un aumento di stress ossidativo.
Il dosaggio suggerito di integrazione va dai 50 ai 600 mg, spesso in associazione con selenio (cofatture del glutatione perossidasi) e vitamine del gruppo B, vitamina C e vitamina E.
Tuttavia la sua biodisponibilità è molto bassa, per questo la via sublinguale è quella consigliata, preferibilmente la sera, quando lo sforzo epatico raggiunge il suo apice.
Per quanto riguarda l’aging cutaneo l’ossidazione è un fenomeno fortemente indicativo. I radicali liberi, con un elettrone spaiato, altamente instabili, attaccano i cheratinociti dell’epidermide, che non riescono a rigenerarsi, causando il tipico grigiore, ma anche i melanociti nello strato basale, con la comparsa di macchie e discromie. La loro azione arriva al derma a livello dei fibroblasti, responsabili della produzione di collagene e acido ialuronico; ecco la tipica pelle svuotata.
Ecco dunque che l’uso topico di un cosmeceutico risulta insufficiente e diventa necessaria una integrazione per agire in profondità e avere miglioramenti in poche settimane.
Le cellule hanno una struttura multistrato e hanno un raffinato meccanismo. Nello stato più esterno della membrana la vitamina E contrasta il radicale, “sacrificandosi”. A livello citoplasmatico troviamo la vitamina C che ricarica la vitamina E dello strato più superficiale e che a sua volta viene ricaricato dal glutatione.
In sintesi il glutatione funziona da disintossicante epatico e da metalli pesanti, da supporto al sistema immunitario, svolge una funzione attiva di ricarica e lavora sul melanocita spostando la produzione di melanina verso quella chiara a discapito della scura, contrastando l’invecchiamento da radiazione e le discromie per un colore uniforme della pelle.
Dott.ssa Elena Torghele
Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato su salute, benessere e mondo pet!
Ti aspettiamo in Farmacia Raimondi